Benvenuto in uno degli hotel più pittoreschi della valle alpina di Bottle Neck. Benvenuto nelle stanze più comode della regione, con la vista più panoramica. Benvenuto nelle nostre sale accoglienti, dove potrai riposare accanto al caminetto e dimenticare le preoccupazioni del mondo moderno. Benvenuto nel luogo dove ognuno indossa una maschera, perchè ha qualcosa da nascondere. Benvenuto in un luogo infestato da fantasmi e segnato da misteriosi incidenti.
La letteratura è fonte di ispirazione per numerosi adattamenti nel mondo videoludico, così come accade nel in quello del cinema; basti pensare ad avventure come
I Have No Mouth and I Must Scream ad esempio. E infatti la storia di Dead Mountaineer’s Hotel trae spunto dal romanzo “Otel "U Pogibshego Al'pinista”, ancora inedito in Italia, dei
fratelli Arkadij e Boris Strugackij, da cui in precedenza
era già stato tratto un film. Si tratta di un’avventura punta&clicca sviluppata dal team russo Electronic Paradise e prodotta dal publisher russo Akella, sul finire del 2009, per essere distribuita inizialmente solo in Russia e in Germania, salvo poi approdare su Steam con una localizzazione in inglese.
Le vicende riportate si svolgono in un paesino sperduto tra le montagne, all’interno di un albergo isolato, nel quale ci troveremo a dover indagare, districandoci in una storia complicata che, in qualche caso, metterà alla prova la nostra logica, nella perfetta tradizione dei racconti fantascientifici dei fratelli Strugackij.
Nel gioco impersoneremo l’ispettore Glebsky, chiamato d’urgenza a indagare su un delitto consumatosi in uno sperduto albergo di montagna. Incredibilmente al suo arrivo il protagonista si accorgerà che nessun crimine ha avuto luogo nello chalet, nè tantomeno qualcuno ha provveduto a chiamare la polizia; l’atmosfera tra quelle mura, però, appare subito strana. Sfortunatamente, proprio quando l’uomo deciderà di andarsene, una violenta valanga isolerà l’albergo dal mondo esterno, bloccandolo all’interno dell’edificio. Di lì a poco si scoprirà il corpo esanime di uno degli ospiti. Inizia così un’indagine che coinvolgerà tutti gli ospiti rimasti e si snoderà in modo sorprendente, conducendo addirittura a tre finali diversi, determinati dalle scelte compiute dal giocatore nel corso dell’avventura.
Graficamente il gioco è realizzato in 2,5D, con ambienti pre-renderizzati e personaggi in 3D. La resa finale risulta abbastanza curata per l’anno di uscita (parliamo della fine del 2009): sia gli interni che gli esterni sono discretamente realizzati, così come i modelli dei personaggi.
Il gioco purtroppo è disponibile solo su Steam e su qualche negozio virtuale, esclusivamente in inglese, tedesco, russo o francese, quindi dovrete conoscere almeno una di queste lingue per poterlo utilizzare; una versione italiana non è mai stata realizzata.
Nulla da dire sulla musica, intonata all’ambiente e capace di fornire quel tocco di mistero necessario in storie di questo tipo. Una nota particolare invece meritano le voci, abbastanza gradevoli, tranne quella del protagonista che, almeno nella versione francese (quella da me provata per questa recensione), risulta un po’ inespressiva.
Gli enigmi sono abbastanza semplici, perfettamente logici e ben integrati con la storia. L’unico punto debole a mio avviso è l’inserimento di alcune sequenze più “di abilità ”, in cui bisogna riuscire a mantenere il puntatore del mouse all’interno di una determinata area, colorata in rosso. Non si tratta di sequenze semplicissime, ma con un po’ di pratica e di pazienza si riescono a superare.
L’interfaccia è abbastanza intuitiva: con il tasto sinistro del mouse si muove il personaggio e si compiono le azioni disponibili con gli oggetti in inventario, mentre con il tasto destro si accede al menù di gioco che, come di consueto, dà la possibilità di salvare, caricare, accedere al menù delle opzioni e al menù principale. I salvataggi avvengono in forma di diapositive e sono illimitati.
Tutto sommato Dead Mountaineer’s Hotel è un bel gioco, che farebbe contenti tutti gli appassionati di misteri e intrighi, se non fosse per il problema della sua reperibilità , piuttosto ridotta, e della mancanza di una localizzazione italiana. Se invece le lingue citate non vi spaventano, l’acquisto è consigliato.