Avventura testuale per Nintendo DS in arrivo da Konami dove vestiremo i panni di Ethan Kairos (Horou Tokio in originale), uno studente liceale giapponese in grado di poter vedere il passato grazie al potere derivante dalla Hollow Pen, una penna trovata per caso un giorno al suo risveglio, che gli consentirà di creare dei portali spazio-temporali e di manipolare così gli eventi del passato.
Ethan Kairos è un liceale come tanti, che divide il suo tempo fra la scuola, gli amici e la sua smodata passione per gli orologi. In seguito a un sonno molto turbolento, Ethan si risveglia nel giorno del suo diciassettesimo compleanno con una vita totalmente cambiata. Neanche il tempo di esaminare la natura di quell’enorme fessura che ha invaso la sua camera, che il ragazzo si accorge di una strana penna legata al collare del suo pestifero gattino domestico: l’oggetto, che da lì a poco scoprirà essere una ‘Hollow Pen’, permette l’apertura di ‘fori’ spaziotemporali, una sorta di ‘finestre’ attraverso le quali, conoscendo tutti i dettagli del caso, è possibile manipolare determinate scene nel tempo. La chiusura del foro con l’ausilio della Hollow Pen provoca immediatamente in Ethan dei particolari ‘flashback’, relativi ad alcuni avvenimenti passati che fanno parte della linea temporale in cui si trova: questi ricordi chiave sono utili nel momento in cui si voglia individuare il punto in cui la linea temporale può essere modificata, in modo da cambiare gli eventi passati e, quindi, il presente. Dopo poco, Ethan apprende con stupore che è stato appena scagliato in una ‘realtà alternativa’, in cui i suoi genitori sono morti e nella quale vive da anni con un inaffidabile zio: non gli resta quindi che rimboccarsi le mani e, Hollow Pen alla mano, rimettere a posto le cose attraverso un lungo viaggio all’interno di tante
timeline diverse, cercando di sistemare le vite messe in pericolo da un ignoto burattinaio che sembra muovere i fili fin da molto tempo prima.
“MA CI SONO SEMPRE STATE QUELLE SBARRE ALLE FINESTRE?”
“
Time Hollow” nuova creatura targata
Konami per
Nintendo DS, stupisce da subito per la sua idea di fondo. Impugnare la nostra personale Hollow Pen (la stilo della console) e aprire dei ‘varchi’ per poter fisicamente agire sugli oggetti del passato e cambiare gli eventi futuri è infatti qualcosa che non può non esaltare i figli degli anni ’80 cresciuti a pane e “
Ritorno al Futuro”.
Qualche esempio. Come impedire un incidente in bicicletta? Si manomettono i freni prima che venga usata. Come evitare una rissa fra due ragazzi? Si fa in modo che non si incontrino mai.
È facile immaginare come questo concept si presti perfettamente ai meccanismi di un’avventura grafica, favorendo l’ideazione di enigmi molto acuti che invitano a uno stimolante ‘pensiero laterale’. Non è quindi una sorpresa scorgere fra i credits del gioco il nome di
Junko Kawano, l’autrice principale degli avvincenti pasticci temporali di “
Shadow of Memories”, nuovamente alle prese con il tema della manipolazione del tempo.
“SIAMO SUL PESANTE…”
Purtroppo, la bontà di tali premesse viene percepita appieno solo dalla seconda metà del gioco, poiché le battute iniziali appaiono a dir poco spiazzanti, almeno per il giocatore medio. Il sistema di flashback e le reali ripercussioni causa/effetto restano infatti oscuri per diverse ore, durante le quali Ethan è chiamato a risolvere perlopiù dei problemi (involontariamente?) insulsi, come in una sorta di gigantesco tutorial. Solo dopo diverse ore, e con l’arrivo di un vero ‘cattivo’, la sceneggiatura e il gameplay cominciano a ingranare, e il tutto appare più godibile e appassionante.
Oltre alla parziale confusione scaturita dai fantasiosi meccanismi narrativi, il gioco della
Konami rivela altri problemi sul fronte ludico, riconducibili quasi interamente alla sua limitante linearità, probabile eredità di quella concezione di ‘novella visuale’ resa famosa al grande pubblico dalla saga di “
Ace Attorney”. Questo aspetto non solo rende l’avventura decisamente troppo agevole anche per il neofita, ma pone il giocatore su una strada a senso unico lanciandolo a velocità folle: di conseguenza, risulta arduo riuscire a seguire adeguatamente la storia (che, al contrario, non si presenta affatto lineare e adatta a tutti i palati) e ad entusiasmarsi alle vicende del buon Ethan. L’unico vero ostacolo del gioco è rappresentato dalla ‘durata’ della Hollow Pen, che si scaricherà velocemente se la useremo troppe volte a vuoto, provocando il game over (sono comunque presenti delle ‘cariche’ sparse in giro). Per il resto, le azioni vengono spesso troppo suggerite e non rappresentano una reale sfida: in realtà, la cosa non rappresenterebbe un problema gravissimo (gli enigmi restano comunque stimolanti grazie all’indovinatissimo concept), ma purtroppo la frequente carenza di empatia con le vicende del protagonista rende il proseguimento piuttosto meccanico (cosa che, invece, non accadeva con la serie di “Ace Attorney”).
“NON HO AVUTO IL TEMPO DI FARLO IN SCALA E DI DIPINGERLO…”
Riguardo l’aspetto più superficiale, “
Time Hollow” si difende discretamente. Visuale in prima persona e schermate perlopiù statiche, il gioco sfoggia un design dei personaggi stile ‘anime’ piacevole e indovinato. Sono una gioia per gli occhi, poi, alcune
cutscene, animate e colorate splendidamente come in un vero cartone nipponico. Ridondanti e immediatamente fastidiose, invece, le musichette di sottofondo.
Buona l’interfaccia, che sfrutta la tecnologia
touch del DS e resta sempre semplice e intuitiva, nonostante qualche navigazione di troppo che la appesantisce un po’.
Qualche problema si riscontra nella localizzazione italiana dei testi, a volte imprecisa; c’è però da dire che non si trattava di un lavoro semplicissimo.
UN PARADOSSO CHE NON DESTABILIZZA
Una bella idea di base, rovinata in parte da una sceneggiatura confusa e da un gameplay sempliciotto: questo è “
Time Hollow”, un titolo che suona come un’occasione mancata ma che può comunque risultare indicato verso chi è particolarmente avvezzo ai paradossi temporali e ai ragionamenti ‘trasversali’.