1364 a.D. Nicolas Eymerich, dotato di poteri assoluti di inquisizione, giunge al villaggio di Calcares, come da missione ricevuta a Carcassonne dall'abate Vinet.
Il villaggio è falcidiato dalla peste, una forma anomala e terribile, che si manifesta come degradazione delle carni negli uomini, e orribili gravidanze nelle donne. E incubi... terribili presenze di creature demoniache. Ma Eymerich non si arrenderà . Ritroverà un vecchio amico, padre Jacinto Corona da Valladolid, e userà tutto il suo intelletto, tutta la sua crudeltà , e la sua fede incrollabile, nella lotta contro il Maligno!
Noi avventurieri, nelle nostre carriere, ne abbiamo visti di personaggi strambi ed inusuali, ci è capitato indossare i panni di un mucchio di gente strampalata e improbabile, ma quelli di Nicolas Eymerich son certamente tra i più singolari. A prescindere dalla valutazione che possiamo darne, la serie di videogiochi, sviluppata da
Ivan Venturi (del quale
potete leggere una interessante intervista) e dalla sua
Ticonblu, possiede l’indiscutibile merito di divertire anche solo nell’assistere alle iraconde reazioni del suo protagonista.
Infatti non possiamo proprio nascondere che il grande fascino di Nicolas Eymerich: L’inquisitore sia costituito da Nicolas Eymerich stesso, più l’accurata ambientazione storica “sporcata†da qualche tocco di esoterismo e misticismo. Tutta farina del sacco di Valerio Evangelisti, il quale, con la sua serie di romanzi, ha riletto in chiave fantasiosa la vita del vero inquisitore Nicolas Eymerich d’Aragona, ma il merito va anche al team di Ticonblu per essere riuscito a trasportare tutti questi elementi in un videogame.
La seconda puntata recupera la vicenda del nostro inquisitore esattamente dove lo avevamo lasciato quasi due anni fa. Dopo i fatti di Carcasonne, Eymerich è finalmente giunto nel paese di Calcares per indagare su una strana epidemia di peste e per rintracciare il suo disperso collega padre Jacinto Corona. Nicolas, risvegliatosi così nella taverna già visitata nella puntata precedente, inizierà la sua indagine facendo pieno uso dei suoi illimitati poteri di inquisitore.
Il nostro domenicano non andrà troppo per il sottile e, nel tentativo di estorcere più informazioni possibili, darà fondo a tutta l’abilità intimidatoria di cui è capace. Minacce, scomuniche, sfuriate e anche percosse saranno all’ordine del giorno e fin dalle primissime battute possiamo renderci conto del tono altamente brusco e violento che pervade l’intera opera. Questo era già chiaro dal primo episodio “La Pesteâ€, ma in questo “Il Villaggio†i nostri stomaci di avventurieri verranno messi a dura prova da situazioni violente e dalle tinte forti, ricordandoci che la serie di Ticonblu non è certamente adatta ai giocatori più impressionabili.
Dal lato tecnico, rispetto al primo episodio, abbiamo un miglioramento della grafica. L’immagine è più pulita e le animazioni sono un pochino più fluide. Si nota una maggiore cura nei modelli poligonali dei personaggi e soprattutto del volto di Eymerich stesso. Il problema è che l’inquisitore risulta essere l’unico personaggio dotato di un viso capace di cambiare espressione per comunicare vari stati d’animo e questo salta subito all’occhio durante i primi piani dei numerosi dialoghi, nei quali verranno inquadrati i personaggi non giocanti caratterizzati da un’unica e granitica espressione.
Anche le animazioni risultano un po’ più fluide ma sono ancora presenti parecchie compenetrazioni e imprecisioni che rovinano un po’ l’atmosfera; l’interfaccia non ha subito grossi cambiamenti se non una leggera rifinitura che la rende più precisa e veloce rispetto a quella della puntata precedente e il tutto si svolge esclusivamente tramite mouse con icone contestualizzate alla situazione in corso.
Tutto risulta abbastanza funzionale, ad esclusione di alcuni enigmi che prevedono un cambio radicale di interfaccia: parlo di alcuni frangenti dove passerete ad una visuale in prima persona e dovrete compiere delle azioni specifiche, tipo risolvere l’ennesimo gioco del quindici o battere un ferro caldo su un incudine, tutte fasi che rischiano di diventare tediose a causa di forti imprecisioni con i controlli.
L’aspetto più interessante rimane comunque l’ambientazione. Ne La peste, l’abazia di Carassonne era cupa e opprimente, con inquadrature erano fondamentalmente fisse e statiche; Calcares invece, per quanto desolato e morto, gode di spazi più aperti e ampi e questo si riflette su una macchina da presa digitale molto più mobile e suntuosa, capace di inquadrature più dinamiche e di seguire il protagonista con virtuosismi degni di una steadycam cinematografica.
Questa caratteristica, di impatto per un punta e clicca, rende però la navigazione e lo spostamento per il villaggio un po’ problematici; questi infatti sembra tutto un po’ uguale e le varie locazioni confondono spesso e volentieri il giocatore il quale si troverà un po’ spaesato anche dalle inquadrature in movimento.Per fortuna esiste una mappa che permette di teletrasportarsi nelle varie zone della città una volta visitate, semplificando così di molto gli spostamenti per Calcares.
A metà gioco ci sarà poi un cambio sostanziale di ambientazione rendendo l’episodio un pochino più tradizionale, con inquadrature statiche e classiche. Lo sviluppo narrativo è comunque più lineare del primo episodio, non ci saranno troppe trame parallele da mandare avanti e saremo più guidati nel seguire la storia principale.
Dal punto di vista del gameplay abbiamo degli enigmi abbastanza tradizionali, non eccessivamente difficili, anche se resi frustranti dal’interfaccia imprecisa citata poc’anzi; ad un certo punto del gioco sarà inoltre possibile sbloccare un secondo personaggio e alternarne il controllo con Eymerich: questa meccanica è molto interessante, peccato che non venga sfruttata fino in fondo con qualche enigma studiato apposta per essere risolto in tandem. Speriamo di vedere approfondita tale feature nel prossimo episodio.
Riguardo alla difficoltà , anche Tinconblu si adatta agli standard attuali: se si rimarrà bloccati si potrà ricorrere ad una opzione chiamata aiuto divino, ovvero una grossa icona a forma di crocifisso che si colorerà progressivamente di bianco; una volta piena si potrà cliccare per risolvere automaticamente una singola fase dell’enigma in corso e per poterla riutilizzare si dovrà aspettare un nuovo riempimento. In sostanza si tratta di un aiuto in game per evitare di rimanere bloccati, ma usarlo troppo comporterà una penalità in fase di punteggio finale.
Dal punto di vista del sonoro possiamo riconfermare il ritorno dei brani roccheggianti già sentiti in “La Peste†e anche lo stesso doppiaggio professionale italiano (caratteristica preziosa di questi tempi). Come per il precedente episodio le voci sono ottime con l’unica pecca di essere un po’ troppo istrioniche in alcuni frangenti, caricando un po’ troppo la recitazione, un difetto comunque non gravissimo. Sono ancora presenti le due caratteristiche più curiose del gioco, ovvero la possibilità di selezionare il latino come lingua per i sotto titoli e la modalità audio game per permettere a persone non vedenti di giocare ad Eymerich dall’inizio alla fine. Il primo è sicuramente un interessante vezzo mentre il secondo è un apprezzabile tentativo di allargare il pubblico delle avventure grafiche e dei videogiochi per PC.
Tirando le somme, possiamo dire che questo secondo episodio della serie di Nicolas Eymerich non deraglia troppo dai binari tracciati già in La peste. E’ senz’altro presente un tentativo di proporre qualcosa di diverso che in precedenza, con l’introduzione di un nuovo personaggio e uno sfruttamento più scenografico delle inquadrature, ma in generale il gioco Ticonblu continua a mantenere quell’aspetto un po’ “grezzo†e non ancora rifinito. Rimaniamo in attesa anche del completamente della saga.