In occasione del Comicon 2007 di Napoli, nella magnifica cornice del Castel Sant'Elmo, abbiamo avuto la possibilità di assistere alla presentazione-anteprima di Diabolik – Original Sin, la nuova avventura grafica di Artematica, in uscita il prossimo settembre. Alla vigilia dell'evento, era molta la curiosità di poter dare un'occhiata per la prima volta ad uno dei giochi che riteniamo tra i più promettenti per l'anno in corso. Il personaggio di Diabolik si presta in maniera eccellente ad un videogioco, inoltre la software house di Riccardo Cangini ha sempre dimostrato di saperci fare davvero con le licenze, sfruttando a pieno il loro potenziale senza snaturare i personaggi. L'attesa era quindi ai massimi livelli.
Ma andiamo con ordine. Eva e Diabolik sembrano proprio in grande forma e – pur non potendoci sbilanciare più di tanto - sembra che la storia che li riguarda sia molto appassionante. Inizieremo la nostra avventura proprio nei panni della dark lady (rinchiusi in una cella) e subito un colpo di scena calamiterà l'attenzione. Poi l'azione si sposterà su Diabolik: pare proprio che Eva sarà uccisa se il ladro mascherato non riuscirà a rubare un dipinto che verrà trasportato sul treno A903 verso il museo di MaryVille... E' l'inizio di una intrigante vicenda, che vi porterà sulle tracce della rosa spinata, sempre alle prese col “nemico†di sempre, l'ispettore Ginko.
Graficamente, il gioco è – a prima vista - anni luce superiore a Jonathan Danter, il che è veramente bizzarro se si pensa che i due giochi sono stati concepiti praticamente in simultanea. Se le locazioni sono realizzate con la consueta maestria già ammirata nei titoli precedenti, è nella resa dei personaggi che si è compiuto il passo in avanti maggiore: pur dalle poche scene che abbiamo avuto modo di osservare, i protagonisti del gioco sono messi molto più in primo piano, con espressioni ed animazioni infinitamente più curate (solo la corsa sembra ancora un po' innaturale). Tutto ciò va ovviamente a vantaggio dell'atmosfera e dell'immedesimazione del giocatore. Ma non è solo questo: mettiamola così, è una questione di stile. Non di tecnica, né di abilità grafica. Il modo in cui le locazioni sfumano verso una colorazione ora più calda ora verso il bianco e nero, in un'alternanza di sensazioni visive, è una subdola gioia di cui non vi accoregete subito ma che colpisce, eccome se colpisce, a lungo termine. E dà stile e carattere, un attributo in cui molti giochi recenti mancano completamente.
Un paragrafo a parte lo meritano le sequenze di intermezzo: chi si aspettava di vedere i consueti filmati che aiutano a tenere in passo con la storia, rimarrà stupito. In effetti questi non mancano e a quanto pare (e lo si nota anche dal trailer ufficiale già rilasciato) sono anche realizzati con una qualità assolutamente sopra la media. Ma ancora una volta ci si vede costretti a riesumare il termine “stileâ€: molto spesso, infatti, non sarà il classico video ad attenderci ma una sequenza di strip a fumetto che si sovrapporranno con effetti dinamici alla scena in 3D del gioco vero e proprio. L'effetto è difficile da spiegare ma è molto molto bello a livello visivo, richiama lo spirito del Diabolik “fumetto†e senz'altro riesce anche ad aiutare il giocatore ad entrare nel personaggio e nella storia. Inoltre l'integrazione tra queste parti e le sequenze di gioco è praticamente perfetta, con effetti di dissolvenza incrociata e chicche stilistiche, come le scelte di dialogo rappresentate dai balloons e altre deliziose trovate che non vi anticipiamo. A livello sonoro, il gioco si distingue con delle musiche di alto livello, molto adatte all'atmosfera cupa ma allo stesso tempo incalzante del gioco. Belle, varie e accompagnano il gioco in modo perfetto. Se proprio si deve cercare il pelo nell'uovo potrebbero sembrare un po' troppo invasive, ma non essendoci il doppiaggio questa è una valutazione assolutamente da rimandare.
Ma si sa (sarà anche un clichè ma è maledettamente vero), quello che rende eccellente un bel gioco è il gameplay, gli enigmi... il divertimento e la sostanza in poche parole. E questo è ovviamente anche l'aspetto che meno può essere valutato in questa breve preview. Si possono però spendere due parole sull'interfaccia, che sembra molto migliorata esteticamente ma anche a livello di funzionalità rispetto ai precedenti titoli della software house di Chiavari sia per quanto riguarda l'inventario ma anche nell'interazione a schermo con gli oggetti. Altro aspetto interessantissimo è la presenza di mini-giochi (sempre punta e clicca, non c'è da preoccuparsi): d'altronde Diabolik è un personaggio d'azione e non sarebbe stato giusto snaturare completamente la sua essenza. Uno di questi mini giochi consiste ad esempio nel calibrare l'uso di una cerbottana cliccando al momento giusto in un modo che mi ha ricordato da vicino un simulatore di pallacanestro, mentre ci saranno anche alcune sezioni a tempo. “Oh noooooo, ed ora come faccio†– già sento dire ai più critici – “io odio dover correre e non sono capace di risolvere sequenze arcadeâ€. Niente paura! Basterà lanciare la modalità adventure, per non dover scontrarvi con queste sezioni. Se invece siete pronti a tutto affrontate senza tema di essere..... catturati la versione action, che come detto, rimane sempre legata al punta e clicca e alle modalità di gioco classiche. Per il resto attendetevi l'uso dei mille gadget e trucchi di Diabolik, manipolazione di oggetti dell'inventario e enigmi dialogue-based. Degna di nota anche l'implementazione della modalità mission, per cui potrete affrontare le varie quest del gioco a vostro piacimento, se vi siete divertiti particolarmente in una sezione.
In definitiva, siamo rimasti molto colpiti e soddisfatti da quello che ci è stato concesso di vedere: tutto sembra portare alla conclusione di trovarsi di fronte a un ottimo gioco, che farà impazzire soprattutto i fan della serie della sorelle Giussani. Molto dipenderà dalla trama e dagli enigmi, ovviamente, ma già l'impostazione tecnica e “filosofica†del gioco ci fa ben sperare: finalmente, infatti, si tenta con il giusto approccio di innescare delle fasi action (nel senso di “attiveâ€) nel nostro amato genere senza tentare per questo di snaturarlo. Riuscirà Artematica ad implementare tutto questo con succcesso e a far combaciare tutti i pezzi del puzzle? Staremo a vedere.