Erithar non aveva in particolare simpatia i sotterfugi; se doveva scovare un nemico, preferiva farlo bruciando tutto ciò che gli si parava davanti, tuttavia i Paladini di Rhouwen erano furbi, molto furbi, e per batterli bisognava giocare d'astuzia più di loro. Offire la birra allo sconosciuto gli avrebbe permesso di farlo uscire allo scoperto se fosse stato uno di quei viscidi servi della luce, o quantomeno gli avrebbe consentito di mettersi in contatto con un assassino qualificato, e conoscere qualcuno che sa piantare pugnali nelle schiene della gente senza farsi sentira era sempre una buona cosa, a suo avviso.
Decise quindi di recarsi dall'oste e di richiedergli quel servigio con tutta la simpatia di cui era capace.
«Salve di nuovo! Come va il braccio?» disse al Corasiano sorridendogli radiosamente.
L'uomo lo guardò di traverso, ma non rispose. Erithar gli gettò una corona sul bancone.
«Spilla da quelle botti fradicie la miglior birra che hai, e portala al tavolo di quel tizio con la cappa. E vedi di sbrigarti, altrimenti stavolta te lo spezzo, il braccio»
«Subito, signore» rispose l'altro con un mezzo ghigno, facendo sparire la moneta con un gesto rapido della mano. Rapidamente l'oste riempì un grosso boccale di birra scura schiumante, chiamò a gran voce una delle due cameriere alle sue dipendenze, e le fece consegnare l'alcolico all'uomo incappucciato, che aveva seguito tutta la scena coi suoi occhi scintillanti da sotto il cappuccio. La donna, con un grosso sorriso, posò il boccale sul tavolo dove l'uomo siedeva, per poi tornare ad altre mansioni. Lo sconosciuto sollevò il capo: il suo volto rimase in penombra, ma i suoi occhi color del ghiaccio scintillavano più di prima. Guardò intensamente Erithar, e gli fece un cenno con il capo, per indicargli di andarsi a sedere lì. La birra non l'aveva ancora nemmeno toccata, ma non era detto che non l'avrebbe fatto in seguito, e ciò lasciava Erithar nel dubbio. Se era un paladino, quel bastardo era più furbo di quanto sembrasse. Le opzioni possibili non erano molte: poteva avvicinarsi e vedere cosa aveva in mente quel tale, uscire dalla locanda o andare al piano di sopra, nella speranza di essere seguito e di riuscire così a sistemare le cose senza correre il rischio di eventuali intrusioni, oppure poteva ignorare l'invito dello sconosciuto e vedere che cosa avrebbe fatto dopo, o per evitare di correre rischi usargli contro qualche pozione.
L'ultima idea, come al solito, lo stuzzicava più di tutte le altre...
Decise quindi di recarsi dall'oste e di richiedergli quel servigio con tutta la simpatia di cui era capace.
«Salve di nuovo! Come va il braccio?» disse al Corasiano sorridendogli radiosamente.
L'uomo lo guardò di traverso, ma non rispose. Erithar gli gettò una corona sul bancone.
«Spilla da quelle botti fradicie la miglior birra che hai, e portala al tavolo di quel tizio con la cappa. E vedi di sbrigarti, altrimenti stavolta te lo spezzo, il braccio»
«Subito, signore» rispose l'altro con un mezzo ghigno, facendo sparire la moneta con un gesto rapido della mano. Rapidamente l'oste riempì un grosso boccale di birra scura schiumante, chiamò a gran voce una delle due cameriere alle sue dipendenze, e le fece consegnare l'alcolico all'uomo incappucciato, che aveva seguito tutta la scena coi suoi occhi scintillanti da sotto il cappuccio. La donna, con un grosso sorriso, posò il boccale sul tavolo dove l'uomo siedeva, per poi tornare ad altre mansioni. Lo sconosciuto sollevò il capo: il suo volto rimase in penombra, ma i suoi occhi color del ghiaccio scintillavano più di prima. Guardò intensamente Erithar, e gli fece un cenno con il capo, per indicargli di andarsi a sedere lì. La birra non l'aveva ancora nemmeno toccata, ma non era detto che non l'avrebbe fatto in seguito, e ciò lasciava Erithar nel dubbio. Se era un paladino, quel bastardo era più furbo di quanto sembrasse. Le opzioni possibili non erano molte: poteva avvicinarsi e vedere cosa aveva in mente quel tale, uscire dalla locanda o andare al piano di sopra, nella speranza di essere seguito e di riuscire così a sistemare le cose senza correre il rischio di eventuali intrusioni, oppure poteva ignorare l'invito dello sconosciuto e vedere che cosa avrebbe fatto dopo, o per evitare di correre rischi usargli contro qualche pozione.
L'ultima idea, come al solito, lo stuzzicava più di tutte le altre...