«Ho un'idea migliore. Non ti pago neanche un Ak[1], e tu mi dici lo stesso quello che voglio sapere, oppure sarà molto peggio per te» rispose Erithar in tono poco rassicurante.
«Non ti conviene minacciarmi, amico...» ribattè l'oste, senza mostrare alcuna paura o esitazione.
«Oh, capisco... Sei uno duro, vero? Ma non credo che tu sia più duro DELLA PARETE!» urlò l'Alchimista, mentre con un movimento fulmineo afferrò un braccio all'oste, glielo storse e con l'altra mano gli schiantò la testa contro il muro destro del corridoio; l'oste digrignò i denti per il dolore.
«Dov'è andato quel mago?» domandò Erithar
L'oste non rispose, immediatamente l'Alchimista fece prendere la rincorsa alla testa del Corasiano e la fece urtare nuovamente contro la parete con un tonfo sordo.
«Visto che voi di Corhas siete notoriamente tutti stupidi, ripeterò la domanda: dov'è andato il mago?»
«Va al diavolo!» ribattè l'oste, e nuovamente la sua testa sbatté contro il muro.
«Hai un'ultima possibilità, dopodiché fracasserò la tua testa vuota contro il legno...»
«Va bene, va bene! Non so dov'è andato, ma posso dirti che ha parlato con tre dei clienti qui sotto!»
«Quali?»
«Il mago, la ragazza e il tizio incappucciato. Con quello ci ha parlato in un luogo appartato, li ho visti per caso...»
«Grazie. Adesso puoi anche toglierti dai piedi!» con uno spintone, Erithar mandò l'oste verso le scale, facendolo quasi cadere.
«Bastardo, la pagherai per questo!» disse il Corasiano tra i denti prima di andarsene. Il giovane non si preoccupò minimamente della minaccia; gliene avevano rivolte molte nel corso della sua esistenza, tutte a vuoto. Ora bisognava decidere il da farsi: tornare di sotto per interrogare i nuovi indiziati, o perlustrare la stanza.
[1]: Ak. moneta dallo scarso valore, utilizzata molto tra i ceti poveri di Yvelcohs e di altri luoghi.
«Non ti conviene minacciarmi, amico...» ribattè l'oste, senza mostrare alcuna paura o esitazione.
«Oh, capisco... Sei uno duro, vero? Ma non credo che tu sia più duro DELLA PARETE!» urlò l'Alchimista, mentre con un movimento fulmineo afferrò un braccio all'oste, glielo storse e con l'altra mano gli schiantò la testa contro il muro destro del corridoio; l'oste digrignò i denti per il dolore.
«Dov'è andato quel mago?» domandò Erithar
L'oste non rispose, immediatamente l'Alchimista fece prendere la rincorsa alla testa del Corasiano e la fece urtare nuovamente contro la parete con un tonfo sordo.
«Visto che voi di Corhas siete notoriamente tutti stupidi, ripeterò la domanda: dov'è andato il mago?»
«Va al diavolo!» ribattè l'oste, e nuovamente la sua testa sbatté contro il muro.
«Hai un'ultima possibilità, dopodiché fracasserò la tua testa vuota contro il legno...»
«Va bene, va bene! Non so dov'è andato, ma posso dirti che ha parlato con tre dei clienti qui sotto!»
«Quali?»
«Il mago, la ragazza e il tizio incappucciato. Con quello ci ha parlato in un luogo appartato, li ho visti per caso...»
«Grazie. Adesso puoi anche toglierti dai piedi!» con uno spintone, Erithar mandò l'oste verso le scale, facendolo quasi cadere.
«Bastardo, la pagherai per questo!» disse il Corasiano tra i denti prima di andarsene. Il giovane non si preoccupò minimamente della minaccia; gliene avevano rivolte molte nel corso della sua esistenza, tutte a vuoto. Ora bisognava decidere il da farsi: tornare di sotto per interrogare i nuovi indiziati, o perlustrare la stanza.
[1]: Ak. moneta dallo scarso valore, utilizzata molto tra i ceti poveri di Yvelcohs e di altri luoghi.