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Recensione

Broken Sword 5 - The Serpent's Curse

di Alberto Semprini  

il nostro voto
72
il vostro voto (18 votanti)
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In breve

Quando un dipinto misterioso viene rubato nel corso di una rapina a mano armata in una galleria di Parigi, George e Nico si ritrovano a indagare insieme ancora una volta. Dalla capitale francese a Londra, passando per altri luoghi del mondo, la loro indagine si trasforma in una corsa contro il tempo, per scongiurare il risveglio di antiche forze oscure. Affianco ai nuovi personaggi, ritroveremo anche alcune vecchie conoscenze della saga di Broken Sword... ma di chi potranno davvero fidarsi George e Nico? L'avventura che stanno per affrontare, porterà alla luce una cospirazione antica quanto la scrittura, e le antiche eresie su cui è fondata provocheranno ancora una volta la morte di innocenti...

 

Recensione Completa del 14 Dicembre 2013
*** PRIMA PARTE ***


Sono passati sette anni dall’ultima volta che li abbiamo visti all’opera e addirittura sedici anni dalla loro ultima avventura punta e clicca. Ci sono voluti i soldi dei fan per finanziare il loro ritorno, si è dovuto aspettare a lungo, ma alla fine ce l’hanno fatta: George e Nico sono ancora tra noi! Ben tornati a Parigi, ben tornati in Broken Sword!

Per quei pochi che ancora non lo sapessero, Broken Sword 5: The Serpent’s Curse è l’ultimo gioco della popolare serie di avventure punta e clicca creata nel 1996 da Revolution Software, software house capitanata da Charles Cecil; la realizzazione di questo quinto capitolo è stata resa possibile tramite una raccolta fondi indetta più o meno un anno fa sulla popolare piattaforma kickstarter quando Cecil decise di chiedere aiuto ai fan della saga per raccogliere il denaro necessario: il popolo della rete non si è fatto pregare approvando così il progetto e dando il via ai lavori.

L’uscita dell’opera era prevista inizialmente per l’autunno del 2013, ma il tutto è slittato in avanti ed ora il gioco è stato diviso in due parti che verranno pubblicati in momenti diversi; il motivo di questa scelta va probabilmente ricercato nella volontà di vendere il gioco prima del periodo natalizio, scontentando però chi si aspettava di avere per le mani l’opera nella sua completezza.
Ancora più delusi saranno i fan Italiani innamorati dello storico doppiaggio che vedeva Claudio Beccari ed Elda Olivieri nei panni dei due protagonisti: l’uscita prematura della prima parte del gioco non ha infatti permesso a Revolution di commissionare per tempo la completa localizzazione italiana, limitando questa ai soli sottotitoli; tuttavia non disperate troppo visto che i doppiaggi in italiano e spagnolo sono stati promessi e si tratta solo di pazientare qualche mese in attesa del rilascio del secondo capitolo.

Ma vediamo di parlare un po’ nello specifico del gioco che abbiamo tra le mani, ovvero Broken Sword 5 - prima parte.

Dal lato grafico la nuova avventura Revolution si presenta molto bene: gli sprite 2D dei personaggi sono stati sostituiti da modelli poligonali colorati tramite la tecnica del cell shading e il risultato è di buon impatto, tanto da ricordare alcune avventure dei Pendulo Studios realizzate nello stesso modo come ad esempio Runaway: A Road Adventure. Nonostante questa somiglianza, il tratto rimane abbastanza fedele a quello della saga Revolution dell’epoca 2D e bisogna ammettere che in questa nuova veste Nico e George fanno davvero una bella figura; un po’ meno invece altri personaggi come ad esempio il critico d’arte che sulla testa sembra portare un velo da suora piuttosto che dei capelli lunghi, ma si tratta di dettagli di poco conto.

Di ottima fattura anche le animazioni che però, a lungo andare, risultano non troppo varie e un po’ ripetitive; sono ormai lontani i tempi dei primi Broken Sword dove veniva mostrata praticamente qualsiasi azione di George e Nico nella sua interezza.

La parte del leone viene interpretata invece dai fondali disegnati a mano; qui Cecil e compagni hanno dato il meglio per permettere ai giocatori di respirare la stessa atmosfera de “Il segreto dei templari”: sul piano stilistico, La Parigi belle èpoque de the Serpent’s Curse, non ha infatti nulla a che invidiare a quella del primo capitolo della saga. Apprezzabili infine anche alcuni tocchi di classe unici, come lo scorcio di panorama in parallasse che si può ammirare dalla vetrina della galleria ad inizio gioco.

Raccontata così sembrerebbe tutto abbastanza impeccabile, se non fosse per il fatto che questa prima parte presenta una numero ridotto di sfondi e di personaggi; vi ricordate quante locazioni e quanti NPC erano presenti nel primissimo Broken Sword? Ecco, in questo quinto episodio vi ritroverete invece più volte a visitare gli stessi luoghi e a parlare più volte con gli stessi personaggi...

Forse il confronto con “Il segreto dei templari” è un po’ impietoso, visto che siamo davanti ad un gioco ancora incompleto, ma è innegabile che Revolution sia ricorsa al ripetuto riciclaggio di scenari e modelli 3D, forse per mancanza di tempo o di soldi, e questo purtroppo si riflette anche sulla narrazione che vede il giocatore costretto ad affrontare, ripetutamente, dialoghi con le stesse persone variandone solo gli argomenti.

Questa ridondanza di volti e luoghi non giova molto neanche alla trama la quale rischia di infittirsi troppo dando a volte la sensazione che il brodo venga un po’ allungato; presentimento rafforzato poi dal fatto che vi capiterà di passare molto tempo dentro alle singole locazioni risolvendo solo enigmi scollegati dalla trama: alcuni infatti sono stati inseriti al solo scopo di ritardare i punti fondamentali dell’indagine di George e far durare il gioco un pochino più a lungo. Per fortuna queste situazioni particolari non sono tantissime e, dopo una parte iniziale un po’ lenta, il ritmo degli eventi si farà più serrato, risvegliando l’interesse del giocatore.

La struttura del gioco è molto lineare. Malgrado la possibilità di spostarsi tra diverse locazioni di Parigi (e di una seconda città che non svelerò) la storia vi guiderà abbastanza rigidamente verso singoli luoghi nei quali rimarrete bloccati finché non risolverete tutti gli enigmi ivi presenti. Tutto questo richiama alla mente la struttura a “stanze chiuse” di Broken Sword 2, in contrasto con il primo gioco dove si poteva viaggiare più liberamente e in maniera meno rigida. Anche qui inoltre, come succedeva nel secondo capitolo della saga, alternerete il comando tra Nico e George, prediligendo però quest’ultimo che avrà molto più spazio della sua collega.

Tornando a parlare di longevità ed enigmi, vi posso anticipare che questo episodio non durerà tantissimo. Si parla di sei o sette ore, in contrasto con l’affermazione di Cecil di qualche mese fa nella quale assicurava che ogni singolo episodio sarebbe durato come un vecchio Broken Sword per intero.

Complice di questa poca longevità è anche il sistema di aiuti integrato, che vi permetterà di chiedere dei suggerimenti quando vi sentirete in difficoltà; come succedeva nei remake di Monkey Island per ogni problema da risolvere avrete la possibilità di leggere degli indizi via via sempre più espliciti fino a che non vi verrà detto letteralmente cosa fare per proseguire. Questo costituisce una sorta di soluzione “in game” che abbatte ogni rischio di rimanere bloccati.
Alcuni avventurieri di ferro potranno sentirsi oltraggiati da un simile aiuto e potranno disattivarlo dal menù delle opzioni, ma anche senza questa feature il gioco rimane comunque abbastanza semplice; in realtà il livello di difficoltà è tutto sommato in linea con quello della saga (che non è mai stato troppo alto) prediligendo il piacere del godersi la storia e mandare avanti l’indagine piuttosto che risolvere enigmi astrusi.

A tal proposito, la trama, pur mantenendo i difetti che menzionavo prima, rimane uno degli aspetti più riusciti della produzione Revolution. Malgrado il costante riciclo di personaggi, che contorce un po’ troppo l’intreccio, l’indagine riesce ad accalappiare sufficientemente l’attenzione del giocatore e il cliffhanger finale fa il suo lavoro, aumentando la voglia di sapere come si evolveranno gli eventi nella seconda parte.

Non male anche le battute comiche e la caratterizzazione dei singoli personaggi; diversi di loro sono poi dei volti già noti, come il critico d’arte o il sempre amato/odiato agente Mou e fa quindi molto piacere rivederli dopo tanto tempo anche se a volte appaiono un po’ fuori luogo risultando camei forzati.

Dal punto di vista dell’audio troviamo una colonna sonora non troppo incisiva ma funzionale, accompagnata da un doppiaggio inglese quanto mai eccellente e di prim'ordine. Speriamo solo che venga fatto un lavoro altrettanto accurato anche nella nostra lingua.

Purtroppo di contro la qualità della traduzione italiana non è delle migliori, forse a causa del poco tempo a disposizione, ed i sottotitoli risultano pieni di imprecisioni ed errori grammaticali; sarà comunque auspicabile un miglioramento per il doppiaggio, ma è ancora presto per sapere se le cose verranno sistemate.

L’interfaccia e il sistema di controllo risultano molto efficienti e classici, con il solito puntatore intelligente e l’inventario richiamabile tramite un’apposita icona. Purtroppo questa avventura non è però esente da bug e il consiglio è di salvare spesso e più volte in modo da non perdere ore di gioco per colpa di un errore di programmazione; speriamo che le cose vengano sistemate al più presto tramite una patch.

Per ora gli unici modi per recuperare l’ultima fatica Revolution sono via digital delivery su Steam e GoG.com, ma non è escluso che in futuro possa uscire anche una versione scatolata.

Tirando le somme, com’è questa prima parte di Broken Sword 5? Penso che siate tutti d’accordo che, fin dal primissimo filmato, Cecil e Revolution abbiano messo in chiaro la loro volontà di rifare un Broken Sword ad immagine e somiglianza dei primi due. Dopo anni di sperimentazioni e mezzi passi falsi (il “buon”terzo capitolo e il fallimentare quarto) si ritorna alla vecchia formula infarcendo il gioco di ammiccamenti e citazioni in modo da solleticare la nostalgia di tutti gli avventurieri che si erano fatti incantare dalla primissima avventura di questa saga tanto amata.

Era inutile quindi aspettarsi qualcosa di innovativo o che esulasse dalla formula classica dell’avventura punta e clicca, ma purtroppo l’operazione nostalgia risulta riuscita solo in parte e le continue citazioni e strizzatine d’occhio non bastano per fare un ottimo gioco.

Se nelle prime battute l’atmosfera complessiva sembra richiamare il bel periodo della metà degli anni novanta, la magia viene in qualche modo spezzata da una serie di difetti che minano la qualità complessiva della produzione. Nonostante questo l’esperienza rimane comunque piacevole e l’avventuriero senza troppe pretese potrà comunque divertirsi giocando a Broken Sword 5, anche se era sicuramente lecito aspettarsi qual cosina di più da chi, in passato, ci ha regalato una pietra miliare come Broken Sword: Il segreto dei templari.

Siamo comunque in trepida attesa della conclusione per dare un giudizio definitivo sull’intero gioco!

*** SECONDA PARTE ***



Riprende il complicato intrigo nel quale Nico e George sono caduti per colpa del furto della Maledicciò, il quadro pieno di misteri che in questa seconda parte di Broken Sword 5 dovremo scovare e decifrare.
Il primo capitolo del gioco Revolution ci aveva convinto solo parzialmente, lasciandoci un po’ l’amaro in bocca a causa di alcuni difetti un po’ imperdonabili per un Broken Sword; vediamo se la seconda metà del gioco riesce a rimediare alla situazione.

Innanzitutto posso dire con molta tranquillitĂ  che diversi problemi visti in precedenza sono stati risolti: se la prima parte soffriva di un eccessivo riciclo di locazioni e di personaggi, dandoci la sgradevole sensazione di brodo allungato, in questa seconda puntata abbiamo una progressione piĂą lineare e asciutta.

Fondamentalmente potremo accedere a poche stanze per volta e non ci sarà nessun tipo di backtracking tra locazioni già esplorate; sembra di tornare un po’ alla stessa struttura vista in Broken Sword 2: The Smoking Mirror, dove si progrediva un poco per volta visitando poche locazioni e senza viaggiare in lungo e in largo per mete esotiche.

Senza ombra di dubbio questa impostazione consente di concentrarsi molto di più sugli enigmi e meno sui dialoghi, i quali rischiano di diventare di contro troppo ripetitivi e ridondanti (cosa molto frequente nella prima parte del gioco). Ad esempio, nelle battute iniziali di questo secondo capitolo, ci ritroveremo con George e Nico in una villa in Catalogna e saremo molto concentrati nel portare a galla tutti i misteri de La Maledicciò. Una sezione molto bella, serrata, avvincente e ben equilibrata tra esplorazione e ragionamento.

Parlando degli enigmi possiamo dire che è stato fatto un lavoro molto accurato: risultano tutti abbastanza integrati e contestualizzati nella storia, con un paio eccezioni (l’organo improvvisato non l’ho proprio digerito), le quali però non rovinano eccessivamente il quadro complessivo. Ci sono sezioni molto interessanti come quella iniziale e quella intermedia, anche se manca qualcosa di veramente originale rispetto a tutto quello che abbiamo visto da dieci anni a questa parte; in generale abbiamo un ritmo di gioco più alto, segno che Cecil e compari hanno dato ascolto alle critiche costruttive della community.

Il difetto piĂą grosso risiede nella durata complessiva che risulta davvero esigua, forse ancora di piĂą che nel primo episodio; contando infatti due macro sezioni da un paio di ore e un finale non troppo complesso, porterete a termine questa seconda parte in non piĂą di cinque ore.

Anche dal punto di vista della storia non ci sono grossi elogi da fare: tutto è abbastanza prevedibile e scontato, con i soliti cliché, colpi di scena telefonati e personaggi a dir poco accessori, se non proprio inutili. Tra questi ultimi da segnalare sicuramente Eva, la figlia di Marqués (completamente irrilevante nell’economia del racconto), e il cameo forzato di Duane e Pearl, due nostre vecchie conoscenze inserite nel gioco solamente per ammiccare ai fans. Assente invece la quasi totalità delle figure già viste nella prima tranche: scordatevi Laine, l’agente Mue e le altre spalle comiche. In totale c’è da registrare peraltro un numero abbastanza esiguo di personaggi, il che è anche comprensibile data la scarsa durata dell’episodio.

Finalmente avremo a disposizione un doppiaggio italiano di qualità, con un Beccari in grande spolvero, più maturo e basso di tono e una Francesca Perilli che non farà rimpiangere troppo la cara e vecchia Elda Olivieri; meno azzeccate invece alcune voci di contorno, come l’inspiegabile accento inglese di Pearl.

Preso singolarmente questo episodio rimedia alcune magagne giĂ  viste nella prima parte, asciugando il gameplay e recuperando il buon ritmo tipico della serie, anche se non apporta nessuna novitĂ  originale e non fa decollare la trama come dovrebbe.

*** GIUDIZIO COMPLESSIVO ***



Giunti a questo punto pare doveroso spendere due parole per esprimere un giudizio complessivo di Broken Sword 5 nel suo complesso.

Mettendo assieme le due parti abbiamo sicuramente un gioco troppo sbilanciato: nel primo tempo si pone molto l’accento sui dialoghi e su un backtracking esagerato e ridondante, mentre il secondo recupera un po’ il ritmo e la buona qualità di certi enigmi.

Dal punto di vista tecnico abbiamo invece un’avventura sicuramente sopra la media, con una resa grafica e un sonoro di alta qualità rispetto ai concorrenti; purtroppo tutto questo non basta per fare un degno seguito della saga di Broken Sword. La trama, a ben vedere, non propone infatti nulla di veramente originale, come anche gli enigmi: ci sono troppi buchi logici, troppe forzature e i colpi di scena sono praticamente telefonati. Tutte le ricerche e gli enigmi, malgrado risultino divertenti da giocare, sanno peraltro di già visto.

Sia chiaro, Broken Sword 5: La maledizione del serpente non è un gioco pessimo, si lascia giocare, nel complesso diverte e l’atmosfera da Broken Sword viene comunque richiamata; purtroppo però da Cecil e compagni era lecito aspettarsi qualcosa di più e la stessa scelta di spaccare il gioco in due non ha giovato all’intero progetto, creando un po’ di disagi, ritardi e sbilanciando sicuramente l’esperienza complessiva.

La sufficienza viene superata, ma siamo ben lontani dai fasti di un tempo.

 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Revolution Software
Data Rilascio: Q2 2014
Piattaforma: Android, iPad, iPhone, Linux, MAC, Nintendo Switch, PC, PS4, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Mistero
Grafica: 2.5D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse
Doppiaggio: Inglese
Sottotitoli: Multilingua (italiano incluso)
Ricerche
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